Gaia Savini: il suo tirocinio per diventare psicologa dello sviluppo

Gaia Savini: il suo tirocinio per diventare psicologa dello sviluppo

Gaia Savini ha 21 anni e frequenta il corso di Scienze Psicologiche dello Sviluppo, della Personalità e delle Relazioni Interpersonali all’Università di Padova. Ironia della sorte sua compagna di corso è Pamela Basso, che ha svolto il tirocinio a Lavoro Associato e che abbiamo intervistato qualche settimana fa. È stata proprio Pamela ad indirizzare Gaia nel momento in cui stava cercando una struttura che la accogliesse per il suo tirocinio.

Così, durante l’estate 2022, Gaia ha iniziato la sua esperienza lavorando al Centro Estivo di Società Nuova, mentre da settembre collabora con il Centro Aliante. La scelta di lavorare con i bambini e le bambine si inserisce nel percorso di studi che Gaia ha intrapreso e che la porterà a diventare psicologa dello sviluppo.

Su cosa si è incentrato il tuo tirocinio a Società Nuova?

Mi interessava, durante questa esperienza, conoscere i diversi aspetti legati all’età evolutiva. Così il Centro Estivo mi ha dato l’opportunità di approcciarmi al mondo dei più piccoli osservando le dinamiche di gruppo, approfondendo le tematiche legate alle diverse fasce di età o alle differenti necessità di bambini e bambine. Presso il Centro Aliante, che si occupa di bambini e bambine con diagnosi dello spettro autistico, ho potuto avere un primo approccio pratico al trattamento, cosa che difficilmente si apprende sui soli libri di testo.

Quando sei una figura di riferimento per bambini e bambine con diagnosi dello spettro autistico diventa fondamentale riuscire a trovare il giusto canale per comunicare con loro. Non tuttə infatti hanno lo stesso approccio con gli altrə. È necessario quindi utilizzare strumenti specifici come ad esempio le agende visive (utili per organizzare il tempo per immagini) di facile comprensione e la comunicazione aumentativa alternativa pensata appositamente per trovare le vie di comunicazione migliori in base alle specificità di ognunə.

Come sei riuscita ad approfondire le tue conoscenze?

Innanzitutto con l’osservazione. Guardare con attenzione il comportamento dei bambini e delle bambine e le conseguenti risposte delle educatrici è stato fondamentale per capire quali fossero le vie maestre per aiutare loro a sviluppare le autonomie, le capacità sociali e quelle linguistiche. Poi c’è stato lo studio delle metodologie adottate e la manualità, vale a dire l’attività pratica di realizzare i supporti adatti allo scopo come, ad esempio, il ricettario con immagini e le postazioni per l’uso dei lavori indipendenti (è il loro nome specifico), che sono attività auto evidenti che servono per allenare i bambini e le bambine all’autonomia e ad esercitare la coordinazione oculo-manuale, abilità cognitive e la motricità.

Il sostegno delle educatrici è stato prezioso per accrescere le mie conoscenze. Sia le educatrici del Centro Aliante che le educatrici del Centro Estivo mi hanno guidata e supportata, facendomi crescere e dandomi la sicurezza di un confronto sincero e costruttivo. Questa esperienza mi ha arricchita moltissimo sia per le conoscenze acquisite sia, e soprattutto, per il rapporto che si è creato con l’equipe di lavoro.

Cosa farai ora terminato il tirocinio?

Continuerò a studiare e a dare esami. C’è ancora molta strada davanti a me prima di poter dire concluso il mio percorso di studi.